Cinquant' anni e non dimostrarli. Quest’anno il Salone del Mobile compie il suo primo mezzo secolo di vita e non ne fa certo mistero. Anzi, invecchiando ringiovanisce. E se ne vanta. La città di Milano per l’occasione si veste a festa e apre palazzi, cortili, negozi e aree industriali in una corsa all’allestimento più stupefacente, glamour, luccicante o minimalista. Una fiera delle vanità alla quale partecipano duemilacinquecento produttori presso la Fiera di Rho - dove si svolgono i consueti Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, il Salone Satellite e le Biennali di Euroluce e Salone Ufficio - e altrettante realtà distribuite in giro per il centro cittadino, racchiuse sotto il cappello dell’ormai affermato FuoriSalone 2011.
I Saloni dichiarano la loro età ironicamente, con un gioco di parole che sottolinea la loro natura e il loro spirito, giovane e vivace.
50 anni portati bene se dai 12.000 visitatori che li hanno visitati nel 1961 si è arrivati ai 297.460 del 2010 e se i 328 espositori iniziali distribuiti su 11.000 metri quadrati sono diventati negli ultimi anni oltre 2500 su più di 200.000 metri quadrati.
50 anni che guardano esclusivamente al futuro, attraverso un progetto articolato che accanto alle consuete manifestazioni fieristiche – il Salone Internazionale del Mobile, il Salone Internazionale del Complemento d'Arredo, le biennali Euroluce e SaloneUfficio e il SaloneSatellite – coinvolgerà la città di Milano per offrire uno spazio di riflessione sul design, sul mondo dell'industria che lo ha reso possibile, sulla creatività e sulla cultura.
Da martedì 12 a domenica 17 aprile 2011 duplice appuntamento con i Saloni, dunque!
Presso il quartiere espositivo di Rho per vedere, toccare, provare il meglio che l'arredo domestico può offrire in tema di tipologie - dal pezzo unico al coordinato – e di stile − dal classico al design al moderno − oltre a ciò che detterà le tendenze di domani.
E in città con un molteplice progetto di cultura che si apre in alcuni luoghi storici con numerosi eventi collaterali.
Cinquant’anni sono un’occasione per guardarsi alle spalle e fare il punto sul percorso fatto. E di strada, dal dopoguerra a oggi, il design italiano ne ha percorsa. Uno spettacolo di Laura Curino intitolato Mani grandi, senza fine. Nascita e ascesa del design a Milano: i Castiglioni, Magistretti, Menghi, Sottsass, Viganò, Zanuso e un quarto allestimento all’interno del Triennale Design Museum, Le fabbriche dei sogni, ripercorrono le idee, le visioni e le esperienze dei padri del passato. Quelli che, come li descriveva Sottsass in Scritto di Notte “erano un gruppetto di scatenati sognatori, di fanatici progettisti di un possibile mondo nuovo, un mondo onesto, pulito, chiaro, un mondo per tutti, un mondo che sparavano l’industria avrebbe potuto realizzare”.50 anni portati bene se dai 12.000 visitatori che li hanno visitati nel 1961 si è arrivati ai 297.460 del 2010 e se i 328 espositori iniziali distribuiti su 11.000 metri quadrati sono diventati negli ultimi anni oltre 2500 su più di 200.000 metri quadrati.
50 anni che guardano esclusivamente al futuro, attraverso un progetto articolato che accanto alle consuete manifestazioni fieristiche – il Salone Internazionale del Mobile, il Salone Internazionale del Complemento d'Arredo, le biennali Euroluce e SaloneUfficio e il SaloneSatellite – coinvolgerà la città di Milano per offrire uno spazio di riflessione sul design, sul mondo dell'industria che lo ha reso possibile, sulla creatività e sulla cultura.
Da martedì 12 a domenica 17 aprile 2011 duplice appuntamento con i Saloni, dunque!
Presso il quartiere espositivo di Rho per vedere, toccare, provare il meglio che l'arredo domestico può offrire in tema di tipologie - dal pezzo unico al coordinato – e di stile − dal classico al design al moderno − oltre a ciò che detterà le tendenze di domani.
E in città con un molteplice progetto di cultura che si apre in alcuni luoghi storici con numerosi eventi collaterali.
Come di fronte ad una maschera bifronte, da un lato lo sguardo punta al passato, dall’altro si rivolge al futuro. Non tanto con l’obiettivo di individuare le tendenze del prossimo anno – l’arredamento non cambia con la stessa frequenza della moda – quanto con quello di guardare alle interessanti e sempre più complesse forme di ibridazione con le quali il design si confronta quando parla la lingua del contemporaneo.
1. Piazza Duomo dove viene allestito Principia – stanza e sostanza delle arti prossime: un padiglione contenente otto ambienti, ognuno dei quali concepito per esprimere un principium originato dalla scienza come motore per realizzare opere sonore, visive, architettoniche e di arti industriali.
2. nel cortile dell’Università Statale di Milano dove la rivista Interni si fa portavoce di una riflessione sul tema della sostenibilità vista sotto il profilo di una necessaria evoluzione del processo progettuale in concomitanza con una consapevolezza della fragilità ambientale. Interni Mutant Architecture & Design ospita numerose opere di architetti e designer, ognuno con un proprio approccio e una propria visione del problema. Il filo conduttore è trovate soluzioni che siano capaci di non provocare danni al territorio, evitando sprechi, ottimizzando le risorse, potenziando un’architettura a misura di risorse disponibili.
3. Secondo codici più accattivanti anche il mondo del fashion guarda con sempre maggiore curiosità a quello del design per espandere le proprie narrazioni in territori nuovi. Spesso anche dal sapore green. Replay ad esempio, nello store di Corso Vittorio Emanuele, mette in scena l’installazione ambientale HydroCobweb, realizzata da Studiomobile, una grande macchina sospesa da un reticolo di fili che, con un grande corpo centrale desalinizza l’acqua del mare, alimentando, attraverso numerosi tentacoli, degli orti idroponici. Oppure Patrizia Pepe che per l’occasione allestisce un Giardino segreto.
4. proposta di Eco-ntamination che nella location dello Spazio Botta propone una selezione non convenzionale di prodotti, idee, aziende che stanno facendo dell’etica un must della propria produzione: dai tessuti ecologici alle borse fatte con le linguette delle lattine fino ai cosmetici naturali.
5. L’ecosostenibilità come valore progettuale si intrufola negli spazi del Salone, senza fare più rumore. Accade così che presso l’Ortofabbrica di Via Savona diversi artisti siano chiamati a confrontarsi con modalità artigiane e rispetto della natura o che negli spazi de La Fabbrica del Vapore di via Procaccini si susseguino circa 70 iniziative tra esposizioni, eventi, performance, workshop, happening, incontri, proiezioni, concerti, rassegne, installazioni permanenti e architetture temporanee uniti dal desiderio di indagare il design sensibile.
Se il Salone infine è l’occasione in cui il Made in Italy può pavoneggiarsi sul fronte internazionale, spesso è anche opportunità per sbirciare quanto viene pensato, fatto, ideato in altri Paesi. A questo scopo, è dedicata per il secondo anno consecutivo Ventura Lambrate, ex zona industriale della città immersa nel popolare quartiere che sulla scia dell’operazione già ampiamente riuscita con Zona Tortona – sede storica del Fuori Salone – si ricolloca sulla cartina della città. Tra i quarantacinque espositori sono presenti studi israeliani, libanesi, britannici e poi progettisti dall’Australia, Canada, Francia, Germania e ovviamente una dominante presenza dall’Olanda e Paesi Bassi, presente tramite Organisation in Design un’idea che raccoglie il meglio della produzione nazionale.
Dalle sollecitazioni più razionali a quelle più emozionali, in piazza San Fedele – accanto alla Scala - Attilio Stocchiinfine trasformerà una zona nel pieno centro di Milano in un Theatrum Naturae fatto di alberi avvolti dalla nebbia e stormi di uccelli cinguettanti.
http://www.cosmit.it/tool/home.php?s=0,1,21,27,28baci
Lu
Mi sa che sabato ci farò un giro!!!
RispondiEliminaSakura Emme Fashion Blog
brava!!!!!=)
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